Recensione di “L’ABC del gioco” di Noemi Lazzarin a cura di Tantilibriecaffe

Recensione di “L’ABC del gioco” di Noemi Lazzarin a cura di Tantilibriecaffe

📘 Editore: Gruppo Albatros Il Filo
📆 Data di pubblicazione 13 febbraio 2023
📚 Copertina flessibile: 276 pagine
Thriller

“La vita umana, nel suo insieme, non è che un gioco, il gioco della pazzia”. Erasmo da Rotterdam

Sinossi

Rachele e Damiano non si conoscono, ma si ritrovano a dover seguire le regole di un gioco perverso, dopo essere stati rapiti e rinchiusi in una camera sotterranea, allestita come una lussuosa camera di un hotel a cinque stelle. Ma i risvolti del forzato soggiorno sono tutt'alto che stellati: tre uomini GLI ABC, così denominati dalle vittime, mettono in scena un percorso efferato e manipolativo. Cosa accade tra quelle mura? I ragazzi si salveranno o soccomberanno al gioco?

“Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l’amore, per il cuore umano, è più naturale dell’odio”. Nelson Mandela

Il libro L’ABC del gioco di Noemi Lazzarin è un thriller psicologico che racconta la storia di Rachele e Damiano, due ragazzi rapiti e costretti a partecipare a un gioco perverso e violento da tre uomini chiamati ABC.

Il libro esplora i meccanismi di reazione alla violenza e alla prigionia, e il legame che si crea tra le due vittime, che cercano di opporsi al gioco e di sopravvivere.

Rachele e Damiano vengono rapiti da tre uomini che si fanno chiamare ABC e portati in una camera sotterranea arredata come una suite di un hotel di lusso.

ABC li sottopone a un gioco perverso e violento, in cui devono rispondere a domande e superare prove, altrimenti subiscono punizioni fisiche e psicologiche.

“Una persona che ha cura di un’altra rappresenta il più grande valore della vita”. Jim Rohn

Rachele e Damiano cercano di resistere al gioco e di trovare una via di fuga, mentre tra loro si crea un legame di solidarietà e affetto. Il gioco si fa sempre più crudele e insostenibile, e i due protagonisti devono affrontare le conseguenze delle loro scelte e delle loro azioni.

“Si può scoprire di più su una persona in un’ora di gioco, che in un anno di conversazione”. Platone

Lo stile narrativo dell’autrice, Noemi Lazzarin, è fluido e coinvolgente, capace di creare suspense e tensione in una trama originale e ben strutturata. L’autrice usa un linguaggio semplice e diretto, ma anche volgare e scurrile quando descrive le violenze e le punizioni subite dai protagonisti. L’autrice si concentra sui meccanismi di reazione alla violenza e alla prigionia, e sul legame che si crea tra le due vittime, alternando momenti di crudeltà e di affetto. Lo stile narrativo dell’autrice è adatto a un thriller psicologico, ma può risultare disturbante e deprimente per alcuni lettori.

Perché ha detto “benvenuti”? È un modo assurdo di rivolgersi a qualcuno che hai appena sequestrato. E perché il plurale? Non sono sola? La voce riprende: «Siete stati portati qui perché siete i prescelti per il nostro gioco: un uomo e una donna». Non oso fiatare. Gioco? Che razza di gioco? Per un attimo, provo addirittura un leggero sollievo: forse si è trattato solo di un brutto scherzo. Il ricordo delle pistole, però, torna a farmi rabbuiare. Almeno ci sarà qualcun altro a giocare con me, a quanto pare. Questa parola, fino a stamattina associata all’infanzia e al mio nipotino, adesso mi fa venire i brividi. «Tempo fa, io e i miei colleghi abbiamo concepito un esperimento basato sulla psiche umana» riprende il tizio eccitato. «Cosa succede se si rinchiudono insieme due perfetti sconosciuti e si gioca con loro? Cosa faranno? Come evolverà il loro rapporto? Si innamoreranno, uniti indissolubilmente dalle difficoltà, oppure si odieranno perché crederanno l’altro responsabile delle proprie sofferenze? Si aiuteranno o ognuno penserà a se stesso? E soprattutto, noi possiamo influenzare le loro scelte e i loro sentimenti?».

Ogni capitolo è in prima persona e alterna il POV dei due protagonisti Rachele e Damiano.

Il libro mi è piaciuto molto ma c’è un ma…

Arrivati circa a metà il tutto diventa ripetitivo e ridondante, avrei tagliato la metà dei capitoli probabilmente.

Ma quello che più temono probabilmente in assoluto credo tutti i lettori si è avverato purtroppo 😣: al finale è stata dedicata una pagina e mezzo, forse anche meno… e qui io debbo dirlo… delusione 😞

Peccato veramente perché il libro avrebbe meritato e ha un alto potenziale di trama, struttura e contenuti ma, a parer mio, Noemi non me ne voglia, va assolutamente rivisto insieme alla casa editrice e “ristrutturato” tra virgolette.

Per questo è solo per questo motivo purtroppo il mio voto è un 3,5/5 ☕️☕️☕️☕️

L’autrice

Noemi Lazzarin è nata a Novara nel 1991. Fin dal liceo classico, è attratta dalla scrittura anche se non vi si dedica seriamente fino a molti anni dopo, quando la nascita prematura di suo figlio la costringe a trovare un metodo per superare un periodo psicologicamente difficile. Con un passato tormentato alle spalle e un presente sereno, Noemi ha trovato nella narrazione il giusto mezzo per sfogare la sua creatività.

Sono molto grata all’autrice per avermi fornito una copia cartacea del suo romanzo.

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