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INTERVISTA A Roberto Sanesi di Tantilibriecaffe

INTERVISTA A Roberto Sanesi di Tantilibriecaffe

✔️ Buongiorno Roberto e benvenuto 🤗, innanzitutto parlaci un po’ di te, qual è il tuo lavoro? I tuoi hobby e interessi?

Sono nato il 2 marzo 1961, dopo un parto difficile nel quale mia madre rischiò la morte; ma lei, devota del Sacro Cuore di Gesù, non solo venne da Lui salvata, ma ricevette l’annuncio della mia nascita in sogno. Quel Gesù da lei sognato, che annunciò l’arrivo di un bel figlio maschio che teneva in braccio (a quei tempi non esistevano le ecografie), era esattamente uguale all’affresco dipinto sulla parete d’ingresso della clinica di Firenze (appunto chiamata Sacro Cuore di Gesù) dove mia madre era stata ricoverata d’urgenza senza esserci mai stata prima d’allora. La mia vita è proseguita in modo regolare: ho intrapreso la strada del tessile, fungendo da rappresentante e consulente a fianco di importanti firme della moda negli Stati Uniti, mai pensando di diventare uno scrittore fino al 2019, l’anno in cui fatti legati al passato, hanno messo il ‘pilota automatico’ alla mia nuova vita letteraria. Il prosieguo dell’intervista chiarirà meglio questo passaggio fondamentale. Sono sposato con Deanna da 35 anni e padre di due figlie, Serena di 30 anni e Silvia che ne ha 26. Sono una persona semplice, appassionato di storia e di musica. Adoro ascoltare i grandi gruppi rock degli anni ‘60-70-80-90, ma non disdegno altri generi musicali. Credo molto nell’amicizia.

✔️ Quando hai iniziato a scrivere e cosa vuoi trasmettere ai tuoi lettori?

Dunque, per rispondere a questa domanda devo partire da molto lontano, e precisamente dall’incontro con l’amico Stefano, avvenuto quando avevo soltanto 14 anni. Lui era nato nel 1952 e aveva enormi problemi di salute, essendo stato sottoposto a uno dei primi otto trapianti di reni in Italia, agli inizi degli anni ’60. Questa persona meravigliosa era uno studioso di medioevo, di esoterismo, e insieme fondammo un gruppo di studio che si occupava del trascendentale, senza però trascurare i Catari, i Templari, i cavalieri Rosacroce e altro ancora. Nel 1995 Stefano morì a soli 42 anni nell’ospedale di Pisa. Ricordo il nostro ultimo incontro, pochi giorni prima che ci lasciasse, nel quale mi predisse molte cose che sarebbero poi avvenute (una di queste fu la nascita della mia seconda figlia). Sì, perché il buon Dio gli aveva tolto la salute, ma donato anche sensi non posseduti dai comuni mortali: Stefano era capace di fare le bilocazioni e di predire il futuro a chi voleva bene. È stato capace di compiere veri e propri miracoli. Oltre al mio dispiacere per la sua imminente morte (lui ne era a conoscenza e l’aspettava come una liberazione), rimarcai anche la preoccupazione che tutto quanto avevamo studiato e approfondito insieme andasse perduto. Allora lui mi prese per mano e disse: “tu inizierai a scrivere quando il lavoro finirà…”
Bisogna tener presente che, nel 1995, il tessile a Prato (città dove ho vissuto) era ancora in auge; solo negli ultimi anni, a causa di varie vicissitudini (concorrenza dei paesi emergenti e covid), dopo una esistenza quasi millenaria, l’industria laniera a Prato sta praticamente scomparendo… proprio come aveva predetto lui. I miei genitori sono stati due figure fondamentali nella mia vita. Mio padre morì nel 2009 a causa di un tumore al polmone. Poche ore prima del suo decesso, fui investito da una potente palla di luce, che mi provocò brividi mai avvertiti prima di allora: si trattava del suo ultimo abbraccio. Nel 2017 mia madre ebbe una emorragia cerebrale e morì l’anno successivo, esattamente il 19.09.2018. Le sue ultime parole prima di entrare in coma furono queste: “il Sacro Cuore di Gesù è proprio qui accanto a te”. Gesù non l’ha mai abbandonata… Dopo pochi giorni, Stefano visitò i miei sogni, ricordandomi ciò che mi disse a Pisa in quel lontano inizio di marzo del 1995: “è giunta l’ora che tu inizi a scrivere”.
Allora è stato come se qualcuno da lassù mi avesse preso in braccio e, par farla breve, da esordiente ho scritto 4 libri (oltre 2000 pagine) in meno di due anni… Una cosa sensazionale a detta di tutti, specialmente di Germogli Letterari che ha corretto le mie bozze, e di Rossini editore. Pensate che avevo ben quattro case editrici interessate a pubblicare i miei lavori, cosa molto inusuale per uno scrittore esordiente! Ma io sono soltanto un umile strumento nelle mani di qualcosa di molto più grande di me. Così è nato ‘Il guaritore di peccati.’ Non è stata un’idea, ma qualcosa di più profondo: l’inizio di un percorso che arriva da un’altra dimensione. Chi ha già letto il mio libro è d’accordo con il giudizio di Germogli Letterari che ha corretto le mie bozze: “Per la sua singolare architettura – che mescola felicemente le atmosfere cupe e tensive del thriller con le finalità edificanti della letteratura sapienziale – il progetto narrativo si propone come capostipite di un nuovo genere letterario.”

✔️ Parliamo del tuo libro “Il guaritore di peccati”. Di cosa parla? Com’è nata l’idea?

Ho già spiegato ai lettori il mio percorso di avvicinamento a queste tematiche che non si esauriscono con il primo romanzo. Scenario del plot narrativo è Gres, un piccolo centro incorniciato dalle bellezze naturalistiche della Val di Fogres. In una baita isolata dal resto del paese, vive Adolfo – un ex insegnante di disegno dal carattere schivo e riservato – che, in circostanze del tutto singolari, scopre di essere reincarnazione di Shilah, uno sciamano dell’antica tribù dei Navajos, nonché attore principale di un progetto di rigenerazione spirituale. È infatti investito di una missione salvifica: riportare sulla via del Bene tre anime che vagano nelle tenebre. A tale scopo sarà utilizzata la vasca di deprivazione sensoriale, che Adolfo ha ereditato dal neuroscienziato Glockner: essa infatti è in grado di indurre chi vi si immerge in uno stato di semi-incoscienza, che culmina in allucinazioni dal potere catartico. La missione di Adolfo-Shilah, pertanto, si attua coinvolgendo tre personaggi irrisolti colti nel frangente di un bivio esistenziale: Simona – colpevole di aver tradito la famiglia per un’avventura extraconiugale – Arianna – vessata dal senso di colpa per non aver soccorso durante un infarto fatale il marito – e Federico, in preda a rimorsi e ripensamenti circa la propria spregiudicata carriera finanziaria. Sebbene differenti, le vicende umane dei tre protagonisti sono accomunate dal bisogno di rigenerazione, che troverà in Adolfo-Shilah il più fedele interprete e nella vasca di deprivazione sensoriale il mezzo più efficace. Il romanzo farà inoltre riscoprire le bellezze della cultura dei nativi d’America, che –insieme al bagno– rappresenta un vero e proprio cammino di salvezza, una fonte battesimale per una nuova vita, finalizzato al recupero della memoria mediante un cammino a ritroso che apra nuove finestre sul passato, e modificandone il percorso, aiuti a guarire le ferite. Calamitati a Gres da una forza misteriosa, Simona, Arianna e Federico diventeranno amici e compiranno fianco a fianco questo cammino di rigenerazione, irto di ostacoli tanto interiori quanto contestuali. Essi, infatti, si troveranno da un lato a combattere con le proprie paure, le proprie resistenze e la propria umana fragilità; dall’altro con una schiera di personaggi – solo apparentemente di contorno – che getteranno una luce disturbante sul loro percorso.

✔️ Come hai realizzato la copertina e a chi ti sei affidato per la revisione del tuo libro?!

Onestamente non ricordo quando ho deciso né il titolo, né la copertina. Forse già durante la stesura dell’introduzione, ma posso affermare di averlo pensato (o forse sognato) e di non averne mai dubitato. Ho controllato sul web se ‘Il guaritore di peccati’ fosse già appartenuto a un altro romanzo, e non avendo trovato riscontri, l’ho adottato per il mio manoscritto. All’inizio mi sembrava un titolo abbastanza comune, come se l’avessi già letto da qualche parte. Mi sentivo esattamente come Paul Mc Cartney quando una mattina svegliandosi iniziò a canticchiare la melodia di ‘Yesterday’, domandandosi dove l’avesse già ascoltata. Gli sembrava un motivo banale, invece era inedito…e che inedito! La copertina è il collage di due immagini trovate sul web e non soggette a copyright, che io ho unito cercando di rappresentare il contenuto del romanzo. Credo sia venuto fuori un ottimo lavoro. La revisione di tutti i miei romanzi è stata affidata all’agenzia Germogli Letterari. Dopo il nostro primo colloquio ho capito che le loro capacità professionali erano indubbie e per questo mi sento di esclamare che… sono davvero bravi! Ad Antonella Napoli (la coordinatrice di redazione), un grazie per l’attenzione nei miei riguardi e la perfetta intesa raggiunta, segno di una grande sensibilità; il suo modo gentile merita tutta la mia gratitudine e la mia più sincera stima. Quando s’incontrano persone così, voler condividere nuove esperienze diventa come la mano di un bambino nella tua: quale tenerezza e quale forza suscita! Sei istantaneamente la vera pietra di paragone della saggezza e della forza.

✔️ Quali valori sono contenuti nel tuo romanzo e a che genere di pubblico è indirizzato?!

‘Il guaritore di peccati’, così come gli altri due romanzi che compongono la trilogia, mi ha permesso di approfondire la meravigliosa cultura dei Nativi americani, nel mio caso la tribù dei Navajos, attingendo a piene mani dalle loro testimonianze che oggi sono sommerse dalla ‘modernità’, ma che se vengono ‘rispolverate’, ci fanno capire che esse contengono tutto ciò di cui il mondo d’oggi avrebbe bisogno. C’è una riflessione particolare, attribuita al grande capo tribù Cervo Zoppo, che io ho riportato nell’introduzione e che qui mi appresto a replicare: “Prima che arrivassero i nostri fratelli bianchi per fare di noi degli uomini civilizzati, non avevamo alcun tipo di prigione. Per questo motivo non avevamo nemmeno un delinquente. Senza una prigione non può esservi alcun delinquente. Non avevamo né serrature, né chiavi e perciò, presso di noi, non c’erano ladri. Quando qualcuno era cosi povero da non possedere cavallo, tenda o coperta, allora egli riceveva tutto questo in dono. Noi eravamo troppo incivili per dare grande valore alla proprietà privata. Noi aspiravamo alla proprietà solo per poterla dare agli altri. Noi non conoscevamo alcun tipo di denaro e di conseguenza il valore di un essere umano non veniva misurato secondo la sua ricchezza. Noi non avevamo delle leggi scritte depositate, nessun avvocato e nessun politico, perciò non potevamo imbrogliarci l’uno con l’altro. Secondo il loro punto di vista, eravamo messi veramente male, prima che arrivassero i bianchi. Ma eravamo felici.” L’aver riproposto ai lettori questa riflessione mi ha appagato dentro. Prima che venisse sterminato dal ‘progresso’, questo meraviglioso popolo era felice. Oggi siamo noi felici con il progresso? Io non credo! Spero che leggere la riflessione di Cervo Zoppo ci dia il coraggio di guardare dentro alla nostra coscienza. I miei romanzi sono dedicati a tutti i lettori che ascoltano la loro propria coscienza e vivono in funzione di essa, ma soprattutto ai giovani perché il male inizia il suo ‘corteggiamento’ proprio dall’adolescenza dei ragazzi.

✔️ Quanto è importante la promozione di un romanzo secondo te? Tu che strade hai percorso per pubblicizzarlo?

La promozione di un romanzo è il fulcro del lavoro svolto dallo scrittore. Prima di tutto non aver paura di mostrare chi sei, e ciò non significa che devi stravolgere la tua personalità per diventare all’improvviso un abile commerciante delle tue opere. Devi solamente dare al mondo l’opportunità di sapere che esisti, e per farlo hai bisogno di “presentarti” tramite bloggers, social, webradio o altro ancora. E’ stato importante anche organizzare due presentazioni dal vivo dove mi sono relazionato con molte persone che hanno dimostrato apprezzamento per la mia opera. Purtroppo la crisi che ha colpito le economie mondiali durante la pandemia, ha ridotto notevolmente anche il mio budget per le promozioni. Allora ho semplicemente deciso di “essere me stesso” e vivere a mio modo, nella semplicità. Spetterà poi ai miei lettori giudicare la validità o meno della mia opera letteraria ma intanto… ho dato a loro l’opportunità di sapere che esisto! Il loro personale giudizio, poi, sarà incorruttibile. Ciò significa che se anche possedessi chissà quali mezzi vendita, se il mio “prodotto innovativo, questo nuovo genere lettarario” non piacerà non ci potrò fare niente. E viceversa. Potrei infatti essere proprio la “voce” giusta al momento giusto, con storie fantastiche da raccontare in grado di aiutare e rendere felice chi legge: si ha sempre bisogno di belle storie. E in fondo, condividere il proprio dono, una volta trovato, è una delle cose più belle nella vita. Per ora i giudizi ricevuti sui social sono molto lusinghieri e questo mi riempie di gioia.

✔️ Stai già scrivendo o hai in cantiere un’altra pubblicazione?!

In realtà ‘Il guaritore di peccati’ è il mio secondo libro, il primo di una trilogia già scritta e in attesa di pubblicazione. Vi spiego cos’è accaduto: dopo aver seguito il ‘consiglio’ di Stefano, il mio angelo custode, iniziai a scrivere un libro basandomi sulla sua vita e quella di altre persone a me care che non sono più tra noi. Essi erano i componenti del gruppo di studio. Il mio primo libro s’intitola ‘Il bene e il male.’ È una storia a sé stante, e sarà pubblicata dopo la trilogia inaugurata da ‘Il guaritore di peccati’, o così immagino io. Il seguito del suddetto romanzo è già stato corretto (editing) e sarà pubblicato a breve, mentre il terzo volume che chiuderà la trilogia andrà in editing il prossimo anno. Attualmente sto gettando le basi per mio quinto romanzo, che sarà ambientato in un convitto musicale in Val d’Aosta. Anche qui i lettori potranno seguire la lotta tra il Bene e il Male, ma sotto forma di musica.

✔️ Infine dicci… perché dovremmo leggere il tuo romanzo?

Oltre alla legittima curiosità di leggere qualcosa d’innovativo, vorrei dire ai lettori che ‘Il guaritore di peccati’ risplende di una luce confortante, fa bene all’anima. Questo è lo scopo della mia vita: descrivere la battaglia ancestrale in corso tra il bene e il male, invitando i lettori a non abbassare mai la guardia. I dialoghi sono molto coinvolgenti, e attraverso conversazioni significative, faranno riflettere anche nella vita reale. Sono a disposizione di chiunque abbia letto il mio libro e voglia commentarlo insieme a me sul mio profilo Instragram @roberto_s61. Anche chi fosse interessato ad avere notizie sulla mia produzione letteraria, può contattarmi in privato. Auguro di cuore una buona lettura a tutti voi.

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