Recensione di “Il lenzuolo” di Paolo Dal Canto a cura di Tantilibriecaffe

Recensione di “Il lenzuolo” di Paolo Dal Canto a cura di Tantilibriecaffe

🔪🩸Editore: Mondo Nuovo
🔪🩸Pubblicato il: 27 gennaio 2023
🔪🩸Formato: Copertina flessibile
🔪🩸Numero di pagine: 226

🩸🔪 Sinossi 🩸🔪

Una violenza carnale, l’impronta della donna violentata e torturata che resta impressa su di un lenzuolo, una sorta di sindone che ha ben poco di sacro, ma che è l’unica testimone della crudeltà e della ferocia di cui un uomo può essere capace. Il lenzuolo diventa così il vero filo conduttore di questo romanzo, un lenzuolo che si trasforma di volta in volta in strumento di morte, di fuga, di tortura, complice di sparizioni e uccisioni, alcova per incontri d’amore e sesso sfrenati e appassionati e per momenti di tenerezza e complicità, un lenzuolo a cui i due protagonisti affidano le loro speranze e la loro stessa sopravvivenza in un mondo popolato da personaggi ambigui, incredibili, a volte quasi soprannaturali, e dove un arcangelo e il volto di un Cristo crudele si scontrano per la loro redenzione o per la loro dannazione eterna.

🔪🔪🔪 RECENSIONE 🔪🔪🔪

Un romanzo dissacrante che con impietosa lucidità e crudeltà ci accompagna nei meandri dell’animo umano senza risparmiarci scene di inaudita violenza, ma che allo stesso modo è capace di riportarci là dove amore e tenerezza sembrano poter dire ancora la loro.

Il lenzuolo è il primo romanzo di Paolo Dal Canto, uno scrittore e regista teatrale che non ha paura di esplorare i lati più oscuri e controversi dell’essere umano. Il libro narra la storia di Raffaele, un bambino nato da uno stupro, e di Suor Angela, una suora che lo accoglie in un orfanotrofio e ne diventa la madre adottiva. Tra i due si instaura un rapporto ambiguo e conflittuale, segnato dalla violenza, dalla passione e dalla religione. Il lenzuolo del titolo è il testimone muto di tutte le atrocità e le trasgressioni che i personaggi compiono o subiscono, ma anche il simbolo della loro ricerca di salvezza e redenzione.

Dal Canto si cimenta con un tema scottante e delicato: il rapporto tra un figlio dello stupro e la suora che lo alleva. Il libro segue le vicende di Raffaele, un bambino nato da una violenza, e di Suor Angela, una religiosa che lo adotta e lo cresce in un orfanotrofio. Tra i due si crea un legame profondo, ma anche torbido e problematico, fatto di amore, odio, colpa e perdono. Il lenzuolo del titolo è il filo rosso che unisce le loro vite, il luogo dove si consumano i loro peccati e le loro preghiere, il segno della loro condanna e della loro speranza.

Il libro è scritto con una prosa asciutta, essenziale, senza fronzoli. L’autore non si nasconde dietro a eufemismi o ipocrisie, ma racconta con crudezza e realismo le situazioni estreme e drammatiche che i personaggi affrontano. È un romanzo che non fa sconti, che non cerca di piacere o di consolare, ma che vuole interrogare e scuotere il lettore. È un’opera coraggiosa, originale, intensa, che merita di essere letta da chi ama la letteratura che non si limita a narrare la realtà, ma la mette in discussione e la trasforma in arte.

Verranno affrontati principalmente questi temi:

✔️ Violenza

Il libro inizia con una scena di stupro e prosegue con altre situazioni di violenza fisica, psicologica, sessuale, religiosa, che coinvolgono i personaggi principali e secondari. La violenza è descritta con crudezza e realismo, senza censure o attenuanti, e mostra le conseguenze devastanti che ha sulle vittime e sui carnefici.

✔️ Amore

Il libro racconta anche la storia d’amore tra Raffaele e Suor Angela, un amore nato da una violenza, ma che si trasforma in una passione travolgente, in una tenerezza profonda, in una complicità sincera. L’amore è l’unica forza che li tiene in vita, che li salva dalla disperazione, che li rende umani.

✔️ Religione

Il libro mette in discussione la religione, la fede, la morale, la salvezza, la dannazione. I personaggi sono in conflitto con la Chiesa, con Dio, con se stessi. La religione è vista come una fonte di ipocrisia, di oppressione, di colpa, ma anche di speranza, di perdono, di redenzione.

Se mi sento di consigliarlo?! Assolutamente sì… MA CON LE DOVUTE PRECAUZIONI… perché è un libro che brucia, sempre al confine tra salvezza e dannazione, tra Dio e il diavolo. Perché IL LENZUOLO è questo: è il testimone muto delle atrocità e delle trasgressioni che i personaggi compiono o subiscono, ma anche il simbolo della loro ricerca di salvezza e redenzione. È un oggetto che cambia di significato e di funzione a seconda delle circostanze, che rivela e nasconde, che uccide e salva, che condanna e perdona. Per me è un 5/5 ☕️☕️☕️☕️☕️

Sono molto grata all’autore per avermi fornito una copia cartacea del suo romanzo.

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